“Salda alleanza contro il caporalato” – Il segretario generale Sbarra: “La partita più importante si gioca con un presidio istituzionale all’altezza”.
Una cabina di regia che guidi la partita della legalità, la buona occupazione e rilanci il settore dell’agroalimentare.
Il territorio del Viterbese è legato ancestralmente alla terra ed ai suoi frutti. Le aziende agricole sono in continuo aumento, un fenomeno che sta crescendo di anno in anno e lo dimostrano i dati: il 31,5% delle imprese sul territorio sono realtà agricole. Le aziende aumentano, si qualificano, creano occupazione. Purtroppo però i lavoratori non sono sempre in regola, esiste una percentuale di lavoratori “fantasma”, quelli che non lasciano traccia, che lavorano al nero, che non hanno tutele e diritti. Da uno studio effettuato dalla Fai Cisl di Viterbo risultano negli elenchi dell’Inps 6.140 braccianti stagionali, mentre gli operai a tempo indeterminato sono appena 730. Ma i dati in nostro possesso parlano di 2500 lavoratori in nero nella Tuscia. “Questo quadro è allarmante ed è per questo che la Fai Cisl chiede un intervento forte e unitario delle istituzioni. Il Segretario Tomarelli afferma: “La lotta allo sfruttamento e al lavoro irregolare è un passo importante per rilanciare il settore dell’agricoltura, un settore che ha potenzialità enormi, sia in termini di crescita che di occupazione”. Infatti è appena trascorso un anno dall’approvazione della legge sul caporalato, se ne è parlato anche con il ministro Martina, nell’ambito del convegno di Bari “L’Agroalimentare del Futuro”. La legge 199 è in piena attuazione, gli arresti di questi mesi dimostrano l’efficacia penale della normativa, ma sul piano istituzionale serve un impegno unitario. “Restiamo a guardia alta, non arretriamo di un passo” rilancia il Segretario Luigi Sbarra e aggiunge rivolgendosi al ministro Martina: “Dobbiamo tornare a lavorare sotto lo stesso tetto. Ricominciare a parlare la lingua comune della dignità e della qualità del lavoro, della legalità, della lotta al dumping sociale, del contrasto all’evasione fiscale ed alla concorrenza sleale”. Il lavoro nero va combattuto con la legalità, premiando le aziende sane che fanno buona occupazione e che rispettano le regole. Per questo la Fai Cisl del Lazio , supportata da tutta la Cisl, rilancia una grande azione di riqualificazione legale, infrastrutturale e sociale su tutto il territorio, volta a colpire quelle realtà sommerse in cui spadroneggiano caporali e sfruttatori. Una campagna di sensibilizzazione che passa anche attraverso una raccolta firme per far sentire la nostra voce, per migliorare il settore dell’agroalimentare, per tutelare chi perde il lavoro, per valorizzare i giovani, per rilanciare la produttività e garantire una pensione dignitosa abbassando l’età pensionabile dei lavoratori agroalimentari, riconoscendo lo status di lavoro usurante a questo settore. Il segretario regionale Tomarelli aggiunge di voler creare una cabina di regia: “Una rete composta da tutte le associazioni di categoria, in grado di valorizzare l’imprenditoria sana a discapito delle aziende meno virtuose, quelle che fanno concorrenza sleale. Chiediamo il coinvolgimento, anche a Viterbo dell’Assessorato dell’Agricoltura, delle Organizzazioni sindacali, dell’INPS, dell’Ispettorato del Lavoro e dei Centri per l’Impiego”. “Insieme – prosegue il segretario del Lazio- possiamo mettere in campo una squadra vincente, questa squadra dovrà portare a casa il risultato, giocando sulla legalità, sui valori della buona occupazione, sulle regole della sicurezza e della qualità del lavoro, che rendono grande questo settore, volano dell’economia, per sconfiggere quelle forme di sfruttamento inammissibili in un paese civile”.