“Una tonnellata e mezzo di rifiuti alle sorgenti dell’Acquarossa”
Articolo di Daniele Camilli apparso su TUSCIAWEB del 05/06/2020
Viterbo – Una tonnellata e mezzo di rifiuti in mezzo al bosco e un sito archeologico etrusco in completo stato d’abbandono. All’Acquarossa, lungo la Teverina, comune di Viterbo. 115 sacchi di monnezza in tutto.
Li ha raccolti, ieri mattina, la Fai Cisl, l’organizzazione sindacale dei lavoratori agricoli e ambientali che che per il secondo anno consecutivo ha organizzato anche a Viterbo la campagna “Fai bella l’Italia”. Assieme alla Fondazione Fai Cisl studi e ricerche e a Terra viva, l’associazione liberi produttori agricoli. Con la Fai Cisl Viterbo anche i ragazzi di Clean Up che hanno aiutato a ripulire la zona dai rifiuti.

Viterbo – Acquarossa – L’iniziativa della Fai Cisl
L’obiettivo dell’iniziativa Fai Cisl è la pulizia e il recupero di spiagge, parchi pubblici e aree di interesse storico e artistico.

“L’anno scorso – ha detto Sara De Luca della segreteria territoriale della Fai Cisl Viterbo – abbiamo ripulito la fontana di Fiescoli vicino San Martino. Quest’anno abbiamo scelto l’Acquarossa a Viterbo. E in poche ore abbiamo ripulito la zona da una tonnellata e mezzo di rifiuti. Nei prossimi giorni torneremo con una squadra di lavoratori per fare una pulizia più a fondo dell’area e togliere le erbacce dall’abitato etrusco. Abbiamo infine chiesto al sindaco di tutelare e pulire la zona per tutto il resto dell’anno “.

Assieme a De Luca, c’erano anche il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, il segretario generale della Fai Cisl Lazio Claudio Tomarelli, il sindaco di Viterbo Giovanni Arena e il segretario generale della Cisl Viterbo Fortunato Mannino.

Rifiuti all’Acquarossa
“L’iniziativa – prosegue poi De Luca – serve a dare una mano all’ambiente. Ritrovandoci tutti insieme per un obiettivo comune. Il bene del pianeta. E in un momento di ripartenza come quello che stiamo vivendo, l’iniziativa punta a ricreare quel clima di armonia con il mondo. Dobbiamo imparare a riascoltare la voce dell’ambiente”.
“Il progetto Fai bella l’Italia – spiega il segretario nazionale Rota – tende a valorizzare il buon cibo e il patrimonio culturale del nostro paese. Entrambi rendono il made in Italy importante in tutto il mondo. Da due anni a questa parte abbiamo anche deciso di prenderci cura di piccoli spazi di interesse pubblico, valorizzandoli. In modo particolare quelli che sono abbandonati dalle amministrazioni pubbliche e sono da ripulire. L’anno scorso siamo partiti con un’iniziativa che ha coinvolto tutto il paese. Quest’anno, per effetto dell’emergenza Covid, l’abbiamo limitata a gesti più piccoli e siamo qui a Viterbo per rendere il sito dell’Acquarossa più fruibile alle persone”.

Le sorgenti dell’Acquarossa
In tre ore di lavoro dai boschi attorno alle sorgenti è venuto fuori di tutto. Plastica, secchi, pezzi di bagno, vetro, mobili, porte e monnezza d’ogni tipo. Persino un kit completo di vibratori e dildo, e una colonnina per cambiare i soldi. Quella dove metti le banconote e ricevi in cambio gli spicci. Sembrava danneggiata, come se qualcuno l’avesse scassinata, accanto c’era pure una mazzetta bella pesante, e poi buttata all’Acquarossa.

Rifiuti all’Acquarossa
La Fai Cisl ha ripulito anche alcuni sentieri che portano alle cascate, completamente invasi da erbe, rovi e cespugli. Impraticabili, pure dal turista più spinto che, se non c’ha chiara la strada da percorrere, rischia di fare un volo di almeno cinque, sei metri. Prima di finire dentro un laghetto d’acqua rossa dove un tempo, come ha ricordato il sindaco Giovanni Arena, c’erano pure le trote.

Acquarossa – Giovanni Arena
Un luogo stupendo, voluto dagli etruschi. Un sistema di raccolta delle acqua che deve il proprio colore “all’alta concentrazione di minerale ferroso disciolto in essa”. Come spiega una delle poche indicazioni turistiche rimaste in piedi. I cartelli che c’erano una volta sono andati infatti in gran parte distrutti. Oppure sommersi dall’erba. Accanto anche un mulino dei primi del Novecento e quel che resta di una turbina elettrica d’inizio secolo scorso.

L’abitato etrusco dell’Acquarossa
“E’ uno dei boschi più belli del nostro comune – ha ricordato Arena -. Una vera e propria dimensione parallela. Come entrare in un altro mondo. Già tanti anni fa, con i vigili del fuoco, liberammo le fonti da tantissimi ingombranti. Dovremmo cercare di mantenere sempre l’accessibilità e la pulizia del sito. Cosa che proveremo a fare nel corso dell’anno”.

Claudio Tomarelli
La giornata Fai Cisl è stata inoltre l’occasione per visitare la città etrusca dell’Acquarossa che si trova 5-600 metri più a monte rispetto alle sorgenti. Un abitato etrusco risalente alla metà del VII secolo a. C. e distrutto, probabilmente da un terremoto, intorno al 550 a.C. Il sito archeologico venne scavato per la prima volta tra la fine degli anni ’60 e la prima metà dei ’70 dall’Istituto svedese di studi classici a Roma, dalla Soprintendenza dell’Etruria meridionale e dalle università svedesi di Göteborg, Lund, Stoccolma e Uppsala.

L’abitato etrusco dell’Acquarossa
Anche in tal caso la situazione non migliora. Non ci sono i rifiuti, ma la città etrusca è inaccessibile, in completo stato di abbandono e in balia della vegetazione. Uno dei pochi esempi di abitati etruschi ancora visibili.

Fortunato Mannino
“La nostra non è un’iniziativa spot – ha sottolineato Tomarelli – ma un evento cui vogliamo dare continuità. L’Acquarossa è un sito archeologico importantissimo, ma completamente abbandonato. E di suo potrebbe dare lavoro a tantissime persone”. “E fare del turismo archeologico – ha poi concluso Mannino – uno dei principali volani di sviluppo del territorio della Tuscia”